La filiera Tèra de Prie
I nostri oliveti sono a 300/400 metri sul livello del mare, lungo la Valle del Maro, provincia di Imperia.
Siamo una piccola azienda agricola a conduzione familiare e godiamo di una filiera cortissima: il frantoio è in posizione baricentrica, nel cuore dell’oliveto tradizionalmente chiamato “Cappella”. Possiamo raccogliere le olive, caricarle sul trattore e frangerle immediatamente.
Il nostro frantoio interno non viene contaminato con altri oli: conosce solo le nostre olive taggiasche biologice.
Data l’altitudine, le olive raggiungerebbero un buon grado di maturazione a fine novembre, salvo annate particolarmente calde. Noi invece raccogliamo da metà ottobre, a inizio invaiatura, mirando alla qualità e non alla quantità: raccolte “acerbe” fanno poco olio ma il contenuto in polifenoli ha il suo picco massimo.
Stendiamo le reti.
Bacchiamo, ovvero “tiriamo giù” le olive dagli alberi con utensili moderni
che hanno sostituito la tradizionale “trappa” o “trapelìn”, una pertica con cui “pettinare” le fronde cariche di olive.
Raccogliamo le olive in ceste
e le portiamo subito al nostro frantoio per la pulizia con la “chitarra” che separa le olive da rami e foglie soffiandoli via.
Entro 24 ore dalla raccolta e olive pulite vengono divise per dimensione: le più grandi finiscono in salamoia mentre le più piccole, prive di polpa, vengono rimosse.
Per tutte le altre inizia la produzione dell’olio nel nostro frantoio, divisa in frangitura (rottura delle olive), gramolatura (per estrarre l’olio dalla pasta) e separazione dell’olio dalla sansa.
Appena esce l’olio è verde intenso e pizzica tantissimo. Il pizzicore è dato dai polifenoli, antiossidanti che mantengono l’olio e fanno bene anche a noi.
Se ci venite a trovare nel periodo della raccolta, portatevi un pezzo di pane per l’assaggio!
Terminata la “spremitura” puliamo a fondo l’intero frantoio. Non è solo questione di igiene: l’olio può facilmente essere contaminato da altri odori.
Ultimo passaggio, non meno importante: mettiamo l’olio nelle bottiglie in ceramica che lo proteggono dalla luce e continuano, idealmente, il legame con la terra.