La famiglia Ferrarese e Raimondo coltiva olivi dal 1700 almeno. Olivicoltori esperti, appassionati e attenti alla sostenibilità etica e ambientale, Franco e Nicola curano 16 ettari di oliveto cultivar Taggiasca nella azienda agricola biologica di Aurigo (Imperia, a un’ora da Sanremo), a circa 300 metri dal livello del mare. Tèra de Prie produce olio EVO presidio Slow Food, olive in salamoia, paté e composte di frutta bio attraverso una filiera completa con frantoio privato a ciclo continuo. Il frantoio si trova all’interno dell’oliveto, in una posizione strategica che consente di svolgere tutte le operazioni (pulizia, classificazione e frangitura a freddo) entro 24 ore dalla raccolta delle olive.
La costante ricerca di materiali in grado di preservare l’alta qualità del prodotto nel rispetto dell’ambiente, ha portato Nicola a individuare la ceramica come miglior alleato contro l’ossidazione e la dispersione delle caratteristiche organolettiche dell’olio. Le bottiglie in ceramica riparano il prodotto dalla luce e lo mantengono ben isolato dal calore. Il lavoro di Nicola è in continuo aggiornamento. Dal tappo all’etichetta, nulla viene lasciato al caso quando si tratta di produrre in maniera sostenibile restituendo al consumatore l’essenza più pura dell’olio EVO biologico presidio Slow Food. L’obiettivo è quello di ottenere un prodotto totalmente carbon free per migliorare e incrementare sempre più l’impegno di Tèra de Prie nei confronti della salvaguardia dell’ambiente.
Un’attenzione, quella nei confronti dell’ambiente, che nasce dalla passione viscerale per un antico mestiere e dal profondo rispetto per la propria terra, sentimenti che affondano le radici nel passato della famiglia Ferrarese. Prendersi cura delle piante di olivo, in Liguria, significa preservare la loro salute ma sopratutto assicurarsi che il terreno sia sempre in grado di fornire loro i nutrimenti necessari, indipendentemente dalla presenza di parassiti e di condizioni meteo avverse. Ecco perché l’amore per uno dei territori più vocati all’olivicoltura del Mediterraneo passa anche e soprattutto attraverso la cura dei terrazzamenti in pietra a secco e degli impianti di drenaggio dell’acqua che garantiscono la salute delle piante e la salvaguardia del patrimonio culturale.
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