Meglio le lucciole del diserbante

Meglio le lucciole del diserbante

Alcune considerazioni sugli effetti derivanti dall’utilizzo del diserbante.

Hai mai visto un terreno con l’erba secca, rossastra, abbattuta ma non tagliata?
Molto probabilmente è stato trattato col diserbante.

Economicamente sembrerebbe la soluzione ideale contro le piante spontanee e infestanti.
L’erbicida semplifica molto la gestione dell’oliveto, evitando l’altrimenti necessario sfalcio meccanico e mantenendo pulito l’ambiente di lavoro.
Il concime viene consumato interamente dagli alberi.
La riduzione degli insetti impollinatori non arreca danni alla fecondazione: i fiori dell’olivo, piccoli, bianchi e privi di profumo, si affidano al vento per trasportare il polline.

Nel breve periodo l’eradicazione chimica delle “erbacce” da grandi risultati.

Quali sono però le conseguenze nel lungo periodo?

Noi pensiamo che, oltre all’immissione nella terra e nelle eventuali falde acquifere di elementi potenzialmente nocivi, ci siano ulteriori effetti negativi dati da un sistematico utilizzo di erbicidi:

  • Si espone il terreno al dilavamento. Si indebolisce il già fragile e ripido suolo della Liguria di Ponente. Più frane, più manutenzione, meno bellezza.
  • Si distrugge un habitat e si sfrattano i suoi abitanti. Addio al miele di tarassaco, al finocchietto selvatico, alle lucciole.

Lucciole tra gli olivi in campagna di notte, foto in lunga esposizione

  • Oltre agli impollinatori si cacciano anche insetti predatori di parassiti dell’olivo. Probabilmente non vi fossero i nemici dei nemici dell’olio di qualità, i produttori sarebbero costretti ad aumentare ancora le dosi di pesticidi.
  • Toccando un anello, il resto della catena alimentare viene a smontarsi. Niente insetto, niente uccello che lo mangia e così via.

Pensiamo seriamente che l’utilizzo sistematico dei diserbanti vada ridotto anche da parte di chi non segue il metodo biologico. Ha un impatto difficilmente giustificabile.

Ps la foto dell’articolo l’ho fatta in una tiepida sera di giugno 2016, tempo di esposizione 45 secondi. Quelle in foto sono le tracce luminose, ciascuna disegnata da una singola lucciola.
Nicola